venerdì 14 giugno 2013

giovedì 13 giugno 2013

The End

post scritto il 25 maggio 2013

In ritardissimo e ormai dall’Italia, sono pronta a dirvi arrivederci. Non voglio dire addio perchè non è proprio il caso. Arrivederci basta.
Il viaggio per tornare in Italia è stato interessante perchè in realtà non avevo voglia di farlo. Il weekend del 18-19 mi sono ristabilita a casa del cugino, nei miei vecchi spazi, dopo aver finito l’affitto del mio posticino privato. È stato bello ritornare nel mio attico luminoso. E poi mi sentirò meno sola, durante l’estate, dovendo e potendo prenderm cura anche di qualcun’altro. Stare tutto il giorno da sola è troppo: intrattenermi è molto faticoso, lo avrete capito.
Partire il lunedì 20 è stato strano: non avevo molta convinzione in me. Ma poi, con due ore di ritardo già nel primo volo e il rischio di perdere il secondo volo, per Milano, la convinzione è tornata tutta d’un tratto. L’idea di ritardare l’abbraccio coi miei mi ha imbestialito all’improvviso. Avevo 12 minuti per prendere il secondo aereo e ce l’ho fatta facendo una corsa clamorosa da gate a gate, travolgendo vecchi e bambini, entrando nel velivolo con un balzo e lancio dello zaino. Sono entrata con una faccia sconvolta: le hostess erano davvero preoccupate.

Arrivata in Italia ho potuto ri-immergermi in quella densità che manca all’America. Non c’è niente da dire: l’Italia è bellissima e Milano si è imbellita tanto, nell’ultimo anno. Certo, piove sempre ora, ma non me ne curo. Sono diventata molto più accondiscendente.
Poco alla volta e più volte al giorno sto rivedendo tutti i miei amici. Mi fa davvero piacere, non posso non ammetterlo a me stessa. In America, quello che manca, sono i miei amici Italiani. Ne ho di nuovi ovviamente, davvero cari. Però la mia compagnia Italiana merita davvero un applauso.

Penso a Pittsburgh, così adatta a me. Penso a Milano, che mi ha reso così come sono (e quindi adatta a Pittsburgh). 
Poi penso che noi Italiani siamo davvero un popolo di acrobati e io in questo sono Italianissima: sono un’artista delle acrobazie più spettacolari. 
Me la cavo sempre, e sempre me la caverò. Di qui o di là, sarò sempre in posizione, pronta ad intrattenere il mio pubblico. 
Perchè resterò per sempre, comunque, un bell’esempio di “Italiani”:


L’Italia è un popolo di acrobati
gente che arrischia ogni sera la vita,
 e si prepara nelle ore di riposo 
a camminar con eleganza sulla corda 
od a saltar di trapezio in trapezio 
o far volare in aria cinque piattelli e due clave. 
Ci si aspetta ogni momento una catastrofe e non accade. 
Si ritorna a guardarli il giorno dopo. 
Sono straordinari, incredibili. 
Non si sa come facciano. 
Tutti i momenti si dubita. 
Ma loro non dubitano mai.

Dall’Ideario di Giuseppe Prezzolini 
Lettera A
1956



(vedi anche la nuova sezione "prefazione" nella barra in alto)