Un sushi tutto per me, e terzo mesiversario!

{post di due giorni fa}

il titolone fa sembrare le cose molto piu' grosse di quanto non siamo... Pero' oggi vorrei celebrare questa mia prima esperienza americana di sushi. No mi correggo, prima esperienza di sushi a Pittsburgh, che e' tutta un'altra cosa... Il sushi americano l'ho gia' provato a NYC con la mia cara sorella, la scorsa estate, e poi ancora a Chicago. A Chicago ci eravamo prese dei maki al peperoncino jalapeno che ci hanno fatto stare in silenzio per 15 minuti, passati a guardarci negli occhi.

Scrivo direttamente dal ristorante: non ho fretta di fare altre cose, o di tornare a casa. Stasera mi festeggio e mi rilasso, dopo una giornata lunga e balenga, che mi ha visto fare le seguenti cose:

- Arrivare in studio prestissimo e cominciare che non erano ancora le 7.30 (dovevo finire delle cose, entro le 9).

- lavorare subito in fretta e bene, e poi improvvisamente senza piu' urgenza (cosa che mi sconvolge sempre)

- pranzare con una ricca insalata di fave, arricchita con aromi dall'orto dello studio, tra cui menta basilico e aneto in quantita' nominale da... Insalata essa stessa. Praticamente due insalate, di cui una di aromi.

- finire una sigaretta in tempo prima che una tempesta tropicale si abbattesse su di noi, per circa 3 ore, azzerando la luce del giorno e scaricando a terra l'acqua che non ha piovuto in due mesi.

- partecipare ad un workshop balengo per creare dei parcheggi di biciclette, ma organizzato alla cacchio di cane.

Il temporale e' stato davvero poderoso e mi ha fatto venire in mente queli che ho visto in prima elementare, dalla finestra della mia classe. Mi ricordero' sempre Suor Tecla, e quel gran buio fuori, e i tuoni forti a Milano... L'unica preoccupazione oggi era quella che i computer saltassero e tutti salvavano i files come dei pazzi, tanto per non rischiare di perderli in un black out. A Pittsburgh, quasi 20 anni dopo. Cacchio quando puoi dire "20 anni" significa che sei vecchio ormai. Da piccola pensavo che a vent'anni uno avesse gia' i capelli bianchi! Forse mi sono vista troppi temporali...

Ma a parte questa cosa del temporale, che cosi' forte in Italia l'ho visto molto raramente, oggi vorrei celebrare il mio terzo mese qui negli States.

Tre mesi e cosa posso dire? Sono a meta' di cio' che mi e' stato formalmente concesso (e concesso) in attesa di avere delucidazioni sul futuro piu' prossimo, ma anche in preparazione del futuro piu' lungo.

Mi rendo conto che sto facendo qualcosa che comunque segnera' una svolta nella mia vita. E' come il famoso gallo in cima alla montagna che fa l'uovo e chissa' in quale crinale finisce. Lo so che il gallo non fa l'uovo, ma anche io non sono americana, eppure sono qui e tutto sembra cosi' pazzesco. Cosi' strano... Cosa e' normale e cosa no? Qui in America sono convinta che anche il gallo possa fare l'uovo. Se lo puoi pensare e lo vuoi fare, allora lo fai. Devi seguire i tuoi sogni e le tue "visioni" e fare si' che si avverino. Possibile? Dipende sempre da te. Io qui mi sento di spingere piu' che posso, di tirare la corda finche' si spezza, di lasciare andare la barca fin che va... Sono qui per questo, e lo faccio giorno dopo giorno, spasmodicamente.

Ma queste sono cose noiose... Lasciamo da parte i pensieri e facciamoci due risate. Vi ho detto del workshop, no? Due ore, teoricamente, in un carinissimo palazzo "fighezza 10" tutto riconvertito grazie ad Ikea e a pitture innaturali, che tanto piacciono agli "appena non piu' giovani" (dopo i 35 non puoi piu' fare certe cose, pero' ci tieni ancora parecchio). L'effetto era da ostello della gioventu' portoghese. Se volete avere un'idea, fatevi un giro a Porto, e capirete. Io ero al 945 di Liberty Avenue, sede dell'AIA giovani.

Qui c'erano patatine e una birretta, e tante fotocopie su come disegnare degli spazi per il parcheggio delle bici. Eravamo in 7, di cui 4 dallo studio. Io sinceramente sono arrivata li abbastanza stanca e affamata gia' alle 6. Mi sarei rosicchiata il righello. Visto che non capivo una mazza di niente e mi sembrava che fossimo li a perdere tempo ( non era proprio chiaro cosa fossimo li a fare, a parte mangiare patatine), dopo un'ora e mezza me ne sono andata salutando tutti. Ho anche avuto la faccia tosta di dire "ci vediamo la prossima volta". E lo faro', ma oggi no. Oggi "me ne fotto", ecco.

Ero proprio stanca, stufa, volevo fumarmi una sigaretta, bere qualcosaa e mangiae sushi. Detto fatto... Dieci minuti dopo che mi sono dileguata ero gia' seduta qui dove sono ancora pra che vi scrivo. Ho mangiato strabene, qui da Sushi Kim su Penn Ave, un bel posticino davvero. Quasi romantico, pieno di coppiette. Io sono qui con I-pad, che come dice mia sorella e' un po' come il mio moroso. E' un po' di tempo che lo tengo d'occhio e ci sono venuta da sola tanto il sushi non piace a nessuno, qui. O sono vegetariani o gli fa schifo il sushi.

E ora me ne fotto ancora, sinceramente, di tutto e di tutti. Il sashimi era davvero buono, il tako era fatto alla giappa, col wasabi nascosto. Piccante e buono. Mi finisco la mia birretta e pedalo con molta calma verso downtown, godendomi il tramonto e passando nelle stesse vie chehonpercorso coi miei mentre erano qui. Sbircio pure il nostro hotel, ma non troppo. Pedalo lentamente. Stasera MI festeggio, non ci sono per nessuno. E poi inseguo il mio bus per un paio di fermate e me lo prendo al volo. Super lucky!!

Dopo tre mesi qui mi dico: forza e coraggio, che la vita e' di passaggio! (cit. Nonna Rita).