mercoledì 8 agosto 2012

Questione di sguardi

Meta' settimana... Pazzesco come passa il tempo. E mi rendo conto che con tutto quello che ho da fare ho anche smesso di parlare di PGH in se. Ormai parlo solo di quello che faccio qui.
Lunedì sono venuti a farci visita i parenti americani dal Giappone. Lunga storia. Tanto per dare un tocco international in più abbiamo pure fatto la Skype call con l'Italia (che era quasi mezzanotte, per voi!). 

Pero' posso dirvi una cosa: Pittsburgh e' uno sfondo attivo per tutto quello che devo fare qui. Non e' un panorama piatto (e non parlo solo delle colline). Anche se non sai cosa fare o dove andare, qui trovi sempre una soluzione e la piccola downtown e' vivibilissima, perfetta per perdersi tra le vie. Che sono sempre quelle, hai sempre l'impressione di non muoverti piu' di un isolato, eppure... Ti muovi eccome, e ogni volta scopri qualcosa di nuovo. Ieri per esempio sono andata in un grattacielo che vedevo solo da lontano. Ho scoperto che si chiama One Oxford Center
Vista dal One Oxford center e mia gioia pomeridiana per il fatto di pedalare in Downtown (nonostante il caschetto).
Be, fino a ieri non avrei saputo posizionarlo da nessuna parte e invece... E' sempre li' tra le palle, qualunque strada tu faccia. L'avevo visto solo dal Mount Washington, o sulle cartoline, sempre inavvicinabile.

Questo avviene perche' l'occhio si deve abituare agli spazi americani. Se guardi sempre a terra, i grattacieli non li vedi. E' banale ma succede cosi', non solo turisticamente parlando. E infatti, dal punto di vista filosofico, dice il saggio: se ti lasci sopraffare da quello che sta tra te e la punta del tuo naso, non vedrai mai cosa c'e' oltre. Se cedi all'abitudine, non ti godi piu' i piccoli piaci della vita, perche' per meravigliarsi basta poco. Basta saper guardare.
Altra considerazione filosofica poi la pianto: se Fossimo tutti sordi, non ci sarebbe il problema della lingua straniera. Dovremmo solo contare sui nostri occhi. Strano pensarci, ma suppongo che ci sarebbe piu' comunicazione e scambio, senza la barriera linguistica. Bon, fine della predica.

Comunque intendiamoci, non mi sto facendo sopraffare, pero' mi rendo conto del pericolo che corro, con tutto il casino che c'e' attorno a me. Fortunatamente, la situazione e' talmente piacevole, anche se faticosa, che non ci si puo' lasciare andare al tran tran quotidiano. Ogni giorno -questo e' il segreto- ti devi lasciar ispirare dall'intorno, quale che sia. E fare una piccola cazzata quotidiana, per sentirti viva. Non vi preoccupate, non faccio nulla di stupido, ma magari qualcosa di "insolito" si. Ora per esempio vi scrivo dal ristorante giapponese Sakura, in Squirrell Hill, che scopro essere delizioso! E sono qui da sola, perche' mi andava di farlo ORA. Ci tornero' di sicuro, magari ancora da sola, per ritagliarmi la mia ora d'aria e la mia stranezza quotidiana. Domani andro' dal parrucchiere, e non dico altro... Lo scoprirete con calma, quello che ho in testa, in tutti i sensi!


(i vari momenti del sushi, culminati nella doggy bag perchè i pezzi erano tanti e grossi! Domani... sushi bis, in studio.)

Piccola anticipazione, perche' temo che non avro' tempo di aggiornarvi per un po'. Domani parrucchiere, cambio postazioni al lavoro (spero sul serio, e' un mese e mezzo che non ho un tavolo mio) e visita alla nuova casa di brother (con pasta allo zafferano che cucirnero' io). 
Venerdi sera BBQ dello studio e poi bus notturno per NYC. Insomma, sigle a parte, sara' un weekend intenso. E le vacanze si avvicinano, anche se so gia' non saranno rilassanti per niente. 
Ora, nella calura totale della sera, andro' a fare un po' di spesa. Ho pulito la camera e fatto il mio bucato perche' nel weekend non avro' tempo e sara' lunedi' in un baleno. Come sempre.

Queste settimane penso tanto a tutti i miei amici, in particolare Veronica e la ghenga di Bovisa. Poi penso alla Nonna Rita e al mio cugino Claudio. A mia sorella che e' in Cina per vacanza e manda foto stupende.
E io qui, che combatto felicemente giorno per giorno affinche' il mio lavoro sia eccellente e outstanding. 
Perche' voglio che si veda cosa posso fare, e voglio vedere fin dove posso arrivare. 



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