domenica 24 febbraio 2013

Public Relations

Ragazzi che settimana intensa e strana...

Mi sembrava che il mondo tremolasse tutto, attorno a me. Niente di sconvolgente, non è crollato nulla, ma è stata una settimana incerta al lavoro; molto ballerino, conclusosi venerdì alle 6, con un ultima tirata di micro-cose urgenti da fare subito.
Non è il modo di lavorare che preferisco, ma capisco che può anche capitare questo, e come una nave che naviga in alto mare, posto che scendere non si può, non ci resta che tenere la postazione e fare il nostro dovere, fino in fondo, possibilmente anche di più.
Ho tenuto la mia posizione, dunque, cercando di separare il più possibile vita e lavoro. Ora che è domenica, mi sento di dire che la settimana è andata, sono viva, e tutto quello che c'è stato oltre al lavoro mi ha soddisfatto moltissimo.

Martedì ci eravamo lasciati con un inizio settimana molto social, per così dire. La cosa è continuata anche dopo, come promesso a voi e a me stessa.
Mercoledì però mi sono dedicata a me e alla "manutenzione della casa". Bucato etc.
Giovedì sera invece ho invitato a cena due carissimi amici, Michelle e il suo ragazzo. È stato grazie a lei se ho trovato questa casa, ed è sempre grazie a lei se ho sempre un punto di riferimento a PGH, sul quale posso fare affidamento per qualsiasi dubbio. Il suo ragazzo è altrettanto simpatico e la serata è stata piacevolissima, a base di risotto alla Milanese, melanzane al forno con un po' di formaggio, e dei piccoli paninetti di farina bianca e di mai, con dentro un'oliva.

Venerdì, dopo cotanta settimana, non avevo proprio idea di come fare a scampare gli appuntamenti (due!) che avevo preso. Per fortuna Marcella, la mia amica Italiana (altro solido riferimento e amicizia simpaticissima) mi avrebbe accompagnato, introdotto a chi non conoscevo e "protetto". Lasciata la bici in studio, mi sono diretta ad un aperitivo Internations, organizzazione internazionale che organizza aperitivi tra gente che lavora (bene) e vuole conoscere altra gente che lavora (altrettanto bene). Era il mio primo evento Internations, ed è stato piacevolissimo. Gente molto smart, simpatica, ed eravamo in un bel posto, l'Andys bar, dedicato all'Andy nazionale (mondiale?) nel lussuoso Fairmont hotel. 

 Dopo di quello avevamo un compleanno in Shadyside, il quartiere ex hippy che ora è piuttosto fighetto, come vi ho raccontato in passato. Nel trasferimento in auto, abbiamo incontrato questo genio che ha una targa stupenda: PGH ART. Sono queste le cose che ti danno la carica di continuare la serata ;)
Il compleanno era in un posto messicano buono, che devo ammettere mi è piaciuto, ma dopo... Alka-Seltzer! Nonostante avessi accuratamente fatto togliere creme e formaggi, chiedendo un tacos molto basic, mi è rimasto sullo stomaco. Poco male. Ripeto: Alka-Seltzer!
Il 22 febbreio, oltre che data del compleanno di questa amica, era anche il giorno nazionale del margarita. Che ho scoperto essere buono, persino negli States (per M: il margarita è un cocktail, se te lo stai chiedendo)

Sabato invece... eh ragazzi, qui faccio parlare le foto, che è meglio. 
un piccolo momento di art attack, che avevo in mente da un po'. 
con due tappi di Iron City beer e una collanina di plastica, ho appeso un sorriso sulla porta di casa.
È importante arrivare a casa ed essere accolti con un sorriso. 

HEINZ HISTORY CENTER
E finalmente ci son andata, dopo 10 mesi qui! Col mio amico Kevin, video artista che bazzica sempre nel meglio di Pittsburgh, e alla fine vedrete cosa intendo. Prima tappa di sabato, comunque, mostra dedicata all'anno 1968. Big Year... Il museo è in uno spazio ex industriale, allestito in maniera mooolto americana, ma con un suo perchè. 
Foto dal basso verso l'altissimo. Un groviglio (un po' inutile) di scale e passerelle. Per collegare le varie zone del museo di Storia, dove trovi tutte le informazioni sulla città, dalla preistoria ai giorni nostri. Più il Museo dello Sport, ovvio.

Eccoci invece alla mostra vera e propria, che ci interessava. Organizzata in collab con gli Smithsonian di DC. E infatti riconosci il "tocco maggico" che dispensa cultura come fosse coca-cola. Inserisci la monetina, premi il bottone, segui i colori, guarda le luci... a prova di idiota: la storia deve essere così accessibile che rasenta il ridicolo, tanto è pop. 
Ma vale la pena di vederle queste cose. Primo perchè le informazioni, appunto, sono accessibili (ok, è un po' come affidarsi a Wikipedia, mi pare, ma come prima infarinata, può andare).
Secondo, perchè il 68 è stato veramente un grande anno... ne sono successe di cose grosse, e sapevo di non saperne nemmeno una.
l'inizio del tutto
Il calendario per icone. Nel corso dela mostra, seguendo le icone si ripercorrevano 12 mesi di eventi di tutti i tipi: cultura, religione, scienza, politica, cultura pop, tv, cinema, musica, industria...
Plastica! e tanta politica...

Altre immagini del museo in sè, nel foyer generale

una bella immagine tratta dalla sezione di storia della città. 
Dedicata a P che so apprezzerà, come d'altronde apprezzo io.

E ora veniamo al meglio del meglio, ovvero: sfruttare il pomeriggio improvvisamente caldo (oggi però nevica ancora, eh...) e soleggiato per andare SUL sottoponte della 40esima strada. Diciamo che non si potrebbe, ma nè è valsa la pena. Avevo una paura folle di cadere nell'acqua, ma non è sucesso. 
Beccatevi queste: tutte foto del fiume Allegheny (quello a nord, che poi entra nell'Ohio assieme al Monongahela River. Looking verso Downtown.


La paura sulla mia faccia: era una cosa del tipo "o io o il telefonino. In acqua subito!"


Questa invece presa dalla riva, a terra...

Dopo aver mostrato a Kevin la casa, siamo andati in una libreria di fotografia, piccolina, e poi ci siamo salutati, con la promessa di vedersi ancora per il prossimo Gallery Crawl, il primo di Marzo.
Per il resto ho cucinato i biscotti alla lavanda, scritto l'altro blog, controllato i prossimi eventi in città, controllato cosa succede in Italia... 
Sembrano cavolate, ma prendono tempo e danno soddisfazione.

Oggi invece spesa veloce e incontro casuale di un amico speciale, Price Bennett, celebre suonatore di bonghi a Pittsburgh. È fenomenale: un po' filosofo, un po' psicologo, gran maestro di bonghi, nonostante il clima. E giura che suona perchè i suoi antenati lo facevano, ma lui non ha mai studiato "bonghi". Il ritmo lo ha nel sangue. E io gli credo. La prossima volta suono con lui, voglio vedere cosa c'è nel mio di sangue. E se si tratta di bonghi, l'unica cosa che mi viene in mente è la canzone degli Elioe  le storie tese,  CONTRO i suonatori di bongo. 
Dedicherò agli Elii una canzone "mono-nota"!

Buona settimana a tutti, ragazzi. Ora provo a vedere come fare a seguire gli Oscar 2013. Tifate per il documentario "Sugar man"su Sixto Rodriguez.
(P, anche tu dai!!!)

Nessun commento:

Posta un commento