lunedì 23 aprile 2012

Semipubblico o semiprivato? Lo spazio Americano


nb. tranquilli, i miei post si accorceranno non appena andrò a lavorare, dalla settimana prossima. Per questa settimana sopportatemi!)

Nel corso dei miei giri mattutini per la downtown, ho avuto modo di capitare ancora nell'hotel dove sono stata il primo giorno per vedere una presentazione di lavoro. Quella mattina ero all'ultimo piano, oggi resto al lobby level, anche per fare una pausa da Starburcks. Starbucks e' dentro all'hotel e chiunque può entrare e sedersi. Mi piglio un tè verde e il New York Times - tanto per darmi un tono. Poi apro l'I-pad e mi connetto al mondo, Skypando con una cara amica a Milano. (Ciao Daui!!)





Comincerò col dire che gli hotel in genere sembrano usciti da un film anni 30. Non e' solo di Pittsburgh, questa caratteristica, ma proprio degli States. In genere sono tutti molto retro, con musica che varia dallo swing all'arpa sdolcinata (come mi capita stamattina) o al pianoforte virtuoso. Gli hotel di design moderno sono rari, e comunque guardati con curiosità. Le grandi hall non hanno particolare funzione, se non quella di ospitare. Perchè nonostante tutto gli Americano sono molto accoglienti.  Diciamo che sono naturalmente gentili, e' solo quando li fai incazzare che sono guai seri, per te. La grande hall, dicevo, tutta un velluto, soffitto a cassettoni, decori floreali in gesso, profumo di vaniglia e giglio. Grandi mazzi di fiori ovunque... Persone che si incontrano e parlano anche di lavoro, sulle poltrone. Io sono qui per cazzeggiare, lo ammetto, ma fuori c'e' la tormenta e siccome ho già fatto in veloce sequenza due cose che dovevo fare oggi, mi concedo una pausa prima di proseguire.

 

La cosa che mi piace degli Americani, e li osservo molto attentamente, e' che loro bevono sempre qualcosa. Principalmente caffe', ma lo fanno in qualsiasi ora del giorno e della notte, mentre guidano, mentre portano fuori il cane, mentre lavorano, mentre parlano di lavoro. Persino alla presentazione la gente aveva le tazze o le borracce (altra cosa molto US) con le proprie bibite preferite. E non importa che tu sia ricco o povero, avvocato o imbianchino, Starbucks e' per tutti! Il vero simbolo della democrazia qui e' la tazza usa e getta del caffe' americano. Di fronte a me c'e' un signore molto ben vestito e serio, che si ciuccia il suo mega caffe' mentre parla al telefono. 
Ora pero me ne vado. Non mi butterebbero fuori nemmeno la notte, ma siccome sta puzza di giglio mi sta dando alla testa, preferisco uscire nella pioggia. Ora dovrò farmi una bella camminata fino alla prossima cosa da fare.

Sono le 11 del mattino e ho appena finito di fare le cose importanti, compreso comprare francobolli per le lettere alla nonna e mandare la prima busta. Tutti sono estremamente gentili e... vogliono parlare. E' molto piacevole stare qui, nonostante il freddo (7 gradi C) la downtown si gira facilmente. Io sono ben protetta, quindi no problema. Certo che se non avessi lasciato i guanti a casa, sarebbe anche meglio...
La mia tappa successiva, assolutamente involontaria, e' proprio sotto al palazzo che preferisco, qui a Pitt. E' il PPG Building, un castello di vetro, letteralmente, che a fianco ha due belle piazzette quasi spagnole (se non fosse che sono grandi 15 volte le tipiche spagnole) e all'interno tutto un piano interrato dedicato ai ristoranti. 
Ne approfitto per fare un'altra pausa e scrivere ancora di questi spazi pubblici (accesso libero) ma privati (permanenza preferibilmente per clienti paganti). Rispettando queste regole non scritte, mi prendo un caffe' bollente e scambio due parole con la giovane cassiera. Simpaticissima, chiede e parla. Mentre mi fa il caffe' parliamo di vini e devo dire che e' molto esperta. Mi da delle buone dritte sull'offerta del Mid West, come alternativa ai vini californiani, ma il cliente dopo di me interrompe la chiacchierata. Mi accomodo sulla poltroncina e mi rilasso. Il piano interrato e' completamente vuoto ora e i tavolini sono predisposti per accogliere praticamente un centinaio di avventori. I ristoranti ve li lascio immaginare... Non manca Sbarro e mi fermo qui, per decenza. Il posto dove prendo il caffe' si chiama Crazy Mocha, fate vobis....
(sciuscià = shoes shine)

Nonostante le premesse a pranzo mi fermo proprio da Sbarro, l'unico che ha un buffet di verdure crude e cibi cotti semplicemente. Lì ciascuno si fa il piattino come vuole, poi lo pesa e lo paga. Semplice fresco e buono.
Poi esco di nuovo e continuo a girare sferzata dal vento. Visito  macy's (che mi delude sempre, anche se almeno è un posto grande e chiuso) e mi compro una schiscetta di plastica fiochissima -per i pranzi in ufficio - e un padellino semplice semplice, dal quale passeranno tutti i miei futuri pranzi e cene. Così parlò Zaratustra!

Quando poi viene il momento di tornare a casa mi prendo il mio bel bus, che vedo fare fermate interessanti (annoto tutto sul mio blocchetto) e in 35 minuti sono a casa, bella bella. Porto fuori il cane, vado a piedi a fare della spesa per la casa e stavolta capito in un posto biologico stupendo, che stupendamente mi pela un sacco di soldi. Maledetti "cucumbri" (cetrioli) e ***** zucchini!

(due consigli utili: rimuovere i bambini prima di mettere via il carrello e "premere qui" in caso di panico nel negozio)

Inutile dire che torno a casa distrutta, come voi dopo aver letto tutta sta roba, se non siete saltati subito alla fine. Doccia bollente, trucco e parrucco, e gestione delle spese fatte, sul mio primo vero foglio Excel. Ora metto un po' di ordine in giro e tra i miei documenti (devo ancora sistemare delle cose) e poi cenerò. 

Cheers!

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