lunedì 30 aprile 2012

Primo giorno in Studio

Okey stamattina ero emozionata come una bambina. Considerando che dovevamo uscire tipo alle 7.30 mi sono svegliata alle 6.45 ma non è bastato per fare colazione e vestirmi con calma. La sera prima non avevo particolarmente organizzato la borsa e quindi mi sono trovata in ritardissimo, rispetto ai miei piani. 
Ovviamente ho fatto colazione molto con calma, come sempre, e quello che mi è "scappato fuori" è stato:

1) vestirmi con chiarezza di intenti

2) truccarmi NON alla Wanda Osiris 

3) preparare la schiscetta per il pranzo

4) fare scelta oculata tra portare con me Mac o I-pad

Risultato?

1) tarantella della gonnellina nera: la metto o no? e le collant coprono abbastanza? e sopra? e sotto? Morale sono uscita praticamente in mutande, col vestitino grigio molto corto. Per fortuna sono negli States e va bene tutto.

2) squillo di trombe per l'entrata in scena di Cleopatra, regina del basso e alto Egitto, con matita nera che andava da occhio a orecchio. E ritorno.

3) Caccio furiosamente in borsa (la mia bellissima borsa di rappresentanza che lascerò poi al cugino, come promesso) una mela butterata e una banana che pareva uscita da una rissa.

4) porto Mac, grosso, e caccio di conseguenza nella borsa già piena il caricatore ciccione, con l'adattatore della presa Shuco, con l'adattatore della presa americana e dunque portare con me 1 kg di rame a perdere. 

Cominciamo subito con un meeting di due ore abbondanti, dove si passa in rassegna tutto. E quando dico tutto, dico tutto: fino all'ultimo centesimo, fino all'ultimo minuto pianificato. Sto studio è un carrarmato!
Tutti hanno qualcosa da bere, io ho già bevuto il mio caffè ma tengo lì la tazza vuota, per darmi un tono. Ma qui qualcuno ha anche la bustina apri-e-chiudi piena di semi di girasole o noccioline... Snack a manetta, intuisco subito che sarà una lunga riunione. La prossima volta mi porto la carbonara, fatta con i rigatoni, che impegnano più a lungo.
A turno tutti dicono la propria, io dico la mia, faccio anche una battutina che fa ridere tutti; ho già imparato 17 nomi diversi (di cui due si pronunciano uguali, ma sono scritti diversi) e sistemato il mio tavolo. Col mio computer fisso. Il Mac non mi servirà molto, era meglio l'I-pad. Qui la gente c'ha dei calendari digitali che sembrano il libro della Sapienza, sia per contenuti che per sigle e cifre. Miracoloso.
Poi si lavora, tutto bene, fino alle 12.15; Per pausa pranzo andiamo in un posto vicinissimo, arabesco, tipo mensa kebab. Ci facciamo per pochi dollari il pranzo (il mio è riso bianco e pollo rosso, un mix per la serie Divina Commedia: All'Inferno e ritorno) e lo mangiamo in studio. Tuuuuutto bene. Pomeriggio si continua, assisto un po' a tante cose per capire come funzionano. 
Alle 5.30 si finisce, e con un ragazzo dello studio vado sul sito di progetto per fare foto e misurazioni. Stiamo lottando con un Japanese maple, un acero Giapponese che non ne vuole sapere di morire e mi sa che non appena avranno realizzato il progetto opportunamente deviato in base alle SUE radici, morirà tranquillo. 
Alle 6.30 sono a casa anche io dove finalmente:

1) rimonto il letto, che sembra stato devastato da un gatto randagio.

2) racimolo i vestiti sparsi come se fossero piovuti dal cielo dopo un ciclone. Mi sento come Mosè che apre le acque col bastone, anche se si tratta di magliette e pigiami. 

3) incomincio a pensare alla cena, sana, nonchè alla schiscetta di domani. Se per 5 anni me la sono preparata anche a mezzanotte, pur di non farla al mattino, c'era una buona ragione...

4) ceno con calma e poi vado in bici da Starbucks a comprare il caffè in chicchi, per la macchinetta. Uè, l'ho menzionato anche oggi! Pazzesco... 

5) Doccia veloce ma incisiva. Oggi ci sono stati di nuovo 30° (Celsius) e io per sicurezza mi taro sempre sui 15°, tanto negli ambienti chiusi (casa, chiesa e studio) le temperature sono da conserva dei latticini. 

6) trovo una zecca nel cane. per fortuna è lì da poco e si può togliere. Non la tolgo io, però sono felice di averla trovata in tempo.

Poi basta, rispondo alle mail, saluto amici, chekko le spese e visto che è fine mese tiro le somme (così papà non mi tirerà il collo). 
Domani per me, ma già da 4 ore e 31 per voi, sarà il Primo Maggio. Lazzaroni! Qui si lavora!! ma col trucco... qui c'è il labour day, a Settembre. Lo scorso L.D. ero proprio qui negli States, ma in Michigan, e in vacanza quindi non vale.

Buon Primo Maggio, dunque!

(cara sorellina, l'acero Giapponese è quello che ti piace! Anche se la versione che ci fa dannare è tutta verde chiaro. Forse è per quello che sta morendo... è pure del colore sbagliato! Però è enorme, incute rispetto).

4 commenti:

  1. Bellissimo l'acero! Ne ho parlato ieri sera al corso di giappo: Yamada-sensei mi ha chiesto perché sono andata in Giappone ad ottobre, visto che non c'è niente. L'ho dovuta correggere, verso fine mese le foglie stavano iniziando a cambiare colore!
    Domanda: le foto del sito rispecchiano la realtà?

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    1. Brava Dada! Ma... non ti avevo già risposto?? non vedo più il commento che ti avevo scritto... vabbè cmq... si, tutto esattamente così, sono molto simpatici. E disponibili... bello bello! Oggi però giornata un po' più dura, mi devo integrare con sistema, più che con le persone.

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  2. Ma che bello! Questo vuol dire che il nostro acero, invece, è "vero"? E che magari viene dal Giappone e noi non lo sappiamo! Toh, un angolino di Giap a Canzo... La prossima volta mi faccio un sushi sotto le fronde rossicce. Anzi.. "Ci" facciamo il nostro sushi in differita, io da lì sotto e tu dal posto del progetto! Va bene, la finisco, il resto lo scrivo via mail...

    Ps: sono indietro con i post.. Pian piano li leggerò tutti!

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    1. Take your time... cmq non riesco a capire la storia dell'acero, se è verde o rosso... comunque sia c'è, anche se malaticcio. i nostri sono più piccoli ma migliori e sono sicura che sono Jappi veri! me lo sento!! ti voglio bene stellina... grazie!!!

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