mercoledì 27 marzo 2013

Libertè Egalitè Normalitè

Uela, se parlo (male) in Francese vuol dire che sono proprio in forma!
Ahah, bè, non esageriamo, però ci tengo a far sapere a tutti quelli che ho fatto preoccupare che sono sempre più tranquilla. Ho solo avuto un po' di agitazione, ma ora va meglio.

In attesa della serata di domani, dove farò parte dei presentatori della Pechakucha Night #14 (eeeehhh velo spiego nel prossimo post, dedicato alla serata) mi studio la mia presentazione. Sono 20 slides che inesorabilmente scorrono sul video e tu devi parlarci sopra, spiegando quello che hai sceglio di presentare.
(e se volete rileggere della vecchia presentazione di Ottobre, cliccate qui)

Dopo aver presentato, ad Ottobre, Bruno Munari, questa volta la metto in caciara e il tutto sarà dedicato ad una guida per gli Americani, su come sopravvivere agli Italiani.
Mi sa che la prossima volta farò il contrario: come sopravvivere agli Americani, ma essendo a Pittsburgh, non ha molto senso: qui sono tutti molto gentili... sopravvivere è molto facile.

Ma nel mentre, vi ho lasciato con la mia incertezza di sabato e domenica, dove comunque mi dedicavo a quello che so fare meglio, ossia "non rinunciare a nulla".
Alla sera di domenica, infatti, sono andata a trovare un amico che ha un bel bar ristorante. A locale chiuso, abbiamo fatto una sorta di party privato con i capi e lo staff (lui è uno dei due capi). Ci siamo mangiati del sushi (anche se l'avevo mangiato la sera prima... non mi sono proprio servita a piene mani, ma quello vegetariano è stato una buona alternativa. Molto buona) bevendo birra americana. Per finire la serata, due bicchierini (no mi correggo: due ditali da sarta, nana) di Amaretto Di Saronno, offerto dalla casa. Ragazzi, non ho mai visto bicchierini così piccoli... ma il sapore di Saronno mi ha risollevato lo spirito, anche se penso che quello che ho bevuto non sia arrivato oltre i canini, tanto era poco. 
Diciamolo: era una dose da collirio, ma non importa. Era Amaretto autentico, mica porcate. 
Bastava il profumo...


Durante il weekend e la domenica mi dedico alla spesa e alla cucina. Stavolta (lo so che la forma è sempre la stessa, ma vi assicuro che sono sempre sapori diversi) ho fatto un corn bread stupendo. È un pane di farina di mais, dove io ci ho messo anche un po' di mais vero. Una volta, costretta a prepararlo con l'impasto del pacchetto, ho visto che tra gli "ingredienti" c'era anche quello - ovviamente secco, liofilizzato, sterilizzato e probabilmente reso invincibile da 27 vitamine.
Il mio pane è molto più semplice, praticamente tutto un gioco di farine e poche spezie stavolta.
Un ottimo risveglio ogni mattina.


Mi rendo conto che ora come ora sto pubblicando anche tante foto di cibo, che tutto sommato uno potrebbe anche trovare ridicolo. Come io trovo ridicolo tutte le foto pubblicate tramite Instagram di quella gente che sente il bisogno irrefrenabile di condividere tutto quello che si mette in bocca.
Per discolparmi, posso dirvi che dato il tempo di merda che si protrae tanto da voi che da noi (anche se qui È MEGLIO CHE A MILANO - lo dirò sempre) l'unica cosa creativa che faccio è assemblare i pasti in maniera balenga. Nella foto sotto, per esempio, non si tratta d'altro che di fette di zucca squash, al forno con poco sale, e fette di prosciutto confezionato, marca Giant Eagle. Il coltello è assolutamente inutile, ma si intonava col resto.

Oramai è così: restando anche molto a casa, e dovendo comunque mangiare, e non potendo accumulare altre chincaglierie che poi dovrei abbandonare, tanto vale dedicarsi alla creatività usa e getta, diciamo, che non lascia ingombri. Una bella foto fa il ricordo, e qualche riga qui sul blog ne fanno una storia.


Le prossime settimane farà più caldo e sicuramente mi dedicherò ad attività più divertenti che assemblare fette di prosciutto.
Per concludere, stavolta vorrei fare un grande ringraziamento a tutti gli amici stupendi che via mail, facebook o msn mi supportano tantissimo e non mancano mai di farmi sentire il loro affetto. Ragazzi, siete davvero cari e mi sento quasi in colpa per avervi abbandonato.

Inoltre, Pasqua si avvicina e questa volta sarò proprio sola sola. Ma la cosa non mi preoccupa: tanto chiamerò DUE VOLTE in Italia, per fare gli auguri, e comincio subito a preparare la lista di cose da fare nel weekend. Prima di tutto, sabato, porterò il mio cesto "di Pasqua" a far benedire in chiesa. Qui fanno così, i Roman Catholics. Domenica scorsa alla Domenica delle Palme, invece, ho scoperto che qui, anzichè l'ulivo, ti danno proprio la palma (la fogliona). Ma che Domenica delle Palme è, senza ulivo?!? Tornare a casa è stato ridicolo... in bicicletta, col micro zaino, con 2 palme che mi sveltolavano dietro. Ahah! Troppo buffo. Sarò sembrata Bob Marley su de ruote...

Buona Pasqua a tutti, in anticipo.



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