mercoledì 6 giugno 2012

Se la settimana comincia così...

...chissà come va a finire! Non solo qui a Pittsburgh non si sta a "pettinare le bambole", ma si fa anche una cagnara notevole... Lunedì ore 6.00 pm: alla fine della giornata al lavoro, una ragazza adorabile dello studio mi ha invitato alla sua festa di compleanno. Progetto semplice: Croquet + Pizza (Angelo's Pizza, consigliatissima da chi di qui e più che approvata da me).

Il posto è bello di nome e di fatto: è il piccolissimo Friendship park, bello anche da satellite. Per gli standard di qui è una sorta di isola pedonale (quella che noi architetti chiamiamo "piscia-cane"); in Italia ci farebbero tranquillamente l'Orticola o la Fiera del Cane da Salotto, quel genere di eventi chiama-sciure che ogni tanto si organizzano. 

Il mouse finto indica la porzione di parco che abbiamo occupato nonostante non fosse gradito fare sport o portarci i cani. Tenendo conto che io gioco croquet da cani, mi sentivo alquanto in colpa ;)
Questa ragazza è super organizzatrice, quel tipo di persone che non puoi non adorare da subito. E' gentile, carina, efficientissima, simpatica, si gode la vita e lavora sodo... un esempio da imitare.
E' grazie a lei se ho degli amici qui a Pitt, mi ha invitato sempre a tutte le sue feste, fino ad ora.
Lascio che parlino le foto: ogni porta era segnalata dal palloncino. Lei ha portato le mazze e le palle, ordinato la pizza e preparato i cocktail con la menta del suo orto. L'aureola l'ha lasciata a casa, ma vi assicuro che ce l'ha.


Alcuni degli invitati, e la festeggiata - a sinistra.


Io sono andata in studio in bici. Mi sparo, tempo permettendo -ma qui permette- 10 km al giorno, di cui 5 in salita e 5 in discesa. Andare in bici a Pitt è catartico. Hai 20 minuti di salita e poi 10 di discesa veloce, sempre. E ti domandi: ma perchè cacchio non avete rettificato la cosa? Intendiamoci: arrivi su in collina, al vertice della sbobba, e ti aspetti un qualcosa, una chiesa, una statuina, na fontana. E invece non c'è un cacchio, a parte la benedetta discesa. E allora mi domando: ma a che cacchio le fate a fare le salite, se non portano da nessuna parte?!?
Io sfrutto la forza dei miei tacchi (gli stivaletti neri, che ormai uso in ogni occasione formale e informale) che si incastrano perfettamente nei pedali. E' un po' come le bici dei ciclisti veri: quando parti non ti puoi più fermare perchè la scarpetta è attaccata al pedale. No dai sto esagerando, sapete come sono. Però l'accoppiata tacco e bici è vincente: sempre fashionista, arrivi in tempo ovunque e con stile.
***
Ieri sera, invece, mi sono proprio concessa una pausa musicale notevole. La giornata in studio era stata pesantemente vuota... c'erano delle consegne, ma nessuno sapeva bene che fare, pre-consegna. Ci siamo dati da fare come potevamo, io al pari di una mosca che ronza attorno ad un finto pezzo di formaggio. Gran battere d'ali, ma zero risultato. Sono arrivata a casa così frustrata (dal niente, poi, chè non è successo nulla di male) che non sapevo più cosa fare. Sembrava venisse a piovere e non avevo la voglia di andare dall'altra parte delle colline (perchè ci sono tante colline, con tante salite inutili) all'evento a cui avevo detto avrei partecipato. Mi sono cucinata la cena, da sola, e rimuginavo sul da farsi. C'era anche la spesa al Giant Eagle, da fare. Mentre stavo per andare a fare la spesa, zaino in spalla, con una piva che arrivava in cantina, mi è stato offerto un insperato passaggio verso Downtown - e ritorno!
Ho quindi potuto raggiungere il posto (Remedy Restaurant & Lounge, ma voi chiamatela bèttola) e incontrare il mio amico.
La serata è stata molto interessante, con musica Gipsy Jazz tutta da sentire. I tizi (due gruppi) erano davvero bravi, suonavano al buio, in una casa convertita a bettola, con birra poco costosa venduta in ogni angolo del posto. Un sogno insomma! Le band suonavano con trobette, corni, fisarmonica, basso, tamburi... molto curioso!
Erano talmente Indie che temevo non volessero nemmeno il microfono, ma invece erano ben attrezzati.
C'era tantissima gente, nella "casa ristorante". Tutti saltavano e il pavimento pareva di gomma. Io mi sono scatenata abbastanza, ma sull'uscita di sicurezza (sempre per la serie: non ho mica scritto cretina in fronte). Unico neo: tutti fumavano dentro (io non ci riesco proprio) ma fa niente: musica bella, compagnia simpatica.


La qualità delle foto è infima, mi spiace. Tanto con quel branco di polli che compra le macchine fotografiche super-costose (o i cellulari con milioni di mega pixel) e poi fanno le foto vintage, fate finta che abbia usato pure io Instagram (o programmi affini) e immaginatevi che io sia una che "sì che sa come si fa un blog fico, con le foto vecchio stile".

Per concludere: posto la foto che testimonia la mia entrata e pagamento del biglietto ($5). Anche qui timbro "Indie": m'hanno disegnato una freccia sulla mano, con l'indelebile, e via. Prossima volta mi porto un pennino dallo studio e mi scrivo sulla mano "principessa di Bel-Air" e poi entro in tutti i locali che incontro.


...e mò a nanna, che oggi ci sono andata davvero a fare la spesa. Ero carica come un somarello sardo, ma la bici mi ha portato a casa e stavolta in discesa, per fortuna. 
Ciao ciao!


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